Latte materno e latte artificiale: così simili ma così diversi

Latte materno e latte artificiale: così simili ma così diversi

Sempre più frequentemente il latte artificiale viene somministrato ai piccoli neonati in modo esclusivo o misto (insieme cioè al latte materno) fin dalla nascita, ma sappiamo quali differenze ci sono rispetto al latte materno?

“Sempre latte sarà!”

E invece non è proprio così. Il latte materno è un vero e proprio tessuto biologico vivo, specifico per la specie a cui appartiene e dinamico in quanto capace di modificarsi continuamente in base alle esigenze del bambino. Il latte materno cambia composizione durante l’allattamento (dal colostro dei primi giorni al latte maturo delle settimane e dei mesi successivi), durante la stessa poppata (più liquido all’inizio e più corposo e calorico a fine poppata), durante la stessa giornata… Il latte materno è un alimento ricco non solo di nutrienti ed energia ma anche di componenti importanti per la salute e l’immunità del bambino quali anticorpi, ormoni e fattori di crescita. Per queste semplici ragioni il latte artificiale non potrà mai essere uguale al latte materno, ma sarà sempre, come dice la parola stessa, qualcosa di artificiale, creato dall’industria per sostituire l’originale, cioè il latte materno.

Che il latte artificiale sia oggi sempre più disponibile e che l’industria cerchi sempre più di migliorarlo e renderlo simile a quello materno è una gran fortuna e garantisce la sopravvivenza e la crescita di quei bambini che realmente non possono ricevere latte materno. Basta però il buon senso a capire che questo alimento dovrebbe essere lasciato come ultima scelta, proprio in quei casi in cui non se ne possa realmente fare a meno. Il latte materno è un vero e proprio dono per il nostro bambino. Allattandolo gli garantiamo tutto ciò di cui ha bisogno per crescere, nelle giuste proporzioni, quantità e qualità. A tal proposito l’OMS (organizzazione mondiale della sanità) considera il latte artificiale industriale la quarta scelta per i neonati, dopo il latte materno succhiato dal seno, il latte materno spremuto (per esempio con il tiralatte) e il latte di un’ altra donna (le balie di una volta) e chiarisce quali siano le uniche condizioni in cui realmente si dovrebbe utilizzare latte formulato [1].

I benefici del latte materno

Gli effetti positivi dell’allattamento al seno per la mamma e per il bambino sono ampiamente dimostrati.

I bambini allattati al seno si ammalano generalmente di meno e questo sembra dovuto proprio alla composizione del latte materno. In particolare la presenza di GOS  (polisaccaridi non digeribili derivanti dal lattosio ad azione prebiotica) favorisce lo sviluppo nel lattante di una flora batterica intestinale positiva rappresentata soprattutto da bifidobatteri e lattobacilli. Sempre più studi sul microbiota (insieme dei batteri che popolano l’intestino) dimostrano quanto questo sia importante per la salute e lo sviluppo di un buon sistema immunitario. Ecco quindi che la presenza di anticorpi e fattori immuni-modulatori nel latte materno unita allo sviluppo di una flora intestinale positiva garantiscono al bambino allattato al seno una protezione maggiore nei confronti di molte patologie e infezioni a breve termine quali otite, diarrea, malattie gastrointestinali, meningite, infezioni del tratto urinario [2] e a lungo termine risulta preventivo nei confronti di malattie croniche come diabete, obesità e malattie cardiovascolari, malattie intestinali [3]. Il latte materno è inoltre ricco di acidi grassi polinsaturi a lunga catena (LCPUFA) indispensabili per lo sviluppo dell’apparato neurologico, circolatorio e visivo.  La composizione dei grassi del latte materno sembra pertanto utile a migliorare lo sviluppo intellettivo, anche se altri fattori ambientali e genetici entrano in gioco in tal senso. Questi grassi vengono aggiunti anche in alcune formule di latte artificiale ma il loro ruolo e la loro efficacia sono ancora da dimostrare, come vedremo più avanti.

Ci sono poi gli effetti positivi per la mamma, da non sottovalutare direi! L’allattamento richiede circa 500 kcal in più al giorno e questo aiuta la mamma a tornare più velocemente al peso di partenza e perdere i chili in eccesso. Inoltre l’allattamento al seno riduce il rischio di cancro al seno e alle ovaie oltre ad avere effetti positivi sull’umore e la sfera psicologica grazie alla presenza in circolo di ormoni come l’ossitocina e sostanze come le endorfine!

La composizione del latte artificiale

Il latte artificiale è un alimento creato dall’industria e adatto alla crescita del bambino. Si tratta sostanzialmente di latte vaccino (o di soia) umanizzato, cioè modificato in modo da rendere la sua composizione quanto più possibile simile a quella del latte materno. Simile, non uguale.

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Ho già parlato dell’importanza per molti bambini di poter reperire questo alimento in grado di garantire la sopravvivenza quando non sia disponibile quello materno, ma vediamo ora nel dettaglio gli aspetti meno positivi che dovrebbero disincentivare le mamme che hanno il loro latte a passare a quello artificiale, anche dopo i primi mesi.

Il latte artificiale non si adatta alle necessità del bambino ma per ovvie ragioni ha sempre la stessa composizione.

La quota di proteine tende ad essere mediamente superiore del 15-20% rispetto al latte materno per poter garantire il giusto contenuto di aminoacidi essenziali (il latte vaccino ha un contenuto maggiore di caseina e beta-lattoglobulina mentre il latte materno è più ricco di proteine del siero, soprattutto alfa-lattoalbumina). Questo eccesso di proteine aumenta il carico renale del piccolo e lo espone ad un maggior rischio di sviluppare sovrappeso e obesità negli anni successivi [4]. Inoltre le proteine del latte vaccino e di soia possono favorire reazioni allergiche nel lattante.

Per quanto riguarda i grassi nel latte di origine animale e in quello artificiale sono presenti solo i precursori degli acidi grassi a lunga catena di cui accennavo sopra (LCPUFA) importanti per lo sviluppo neurologico e visivo e per questo vengono spesso aggiunti dall’industria ma il loro ruolo e la loro efficacia sono ancora da dimostrare, nonostante molte aziende ne evidenzino la presenza promettendo di migliorare addirittura lo sviluppo intellettivo. Quel che è certo riguardo ai grassi è che nel latte artificiale si trovano anche oli vegetali raffinati (come olio di palma, colza, cocco…) che sappiamo essere dannosi per la salute (ancora mi meraviglio di come l’olio di palma raffinato sia stato tolto da moltissimi prodotti per adulti come merende, biscotti, fette biscottate ecc ma nessuno si interessi di toglierlo dal latte per neonati!!!)!

Che dire degli zuccheri? Il latte vaccino è meno dolce rispetto a quello materno e per questo vengono aggiunti zuccheri come glucosio, maltodestrine, lattosio oltre ai GOS e FOS, prebiotici presenti nel latte materno utili come accennavo sopra a favorire lo sviluppo di una flora intestinale positiva. Anche in questo caso è ancora da dimostrare che l’aggiunta di GOS e FOS al latte artificiale possa avere sul microbiota intestinale un effetto simile a quanto avviene con i GOS presenti nel latte materno per i bambini allattati al seno. Generalmente i bambini allattati con latte artificiale sviluppano una flora intestinale più ricca di clostridi e stafilococchi che creano un ambiente  sfavorevole (disbiosi) aumentando il rischio di infezioni e patologie.

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C’è poi l’aspetto inerente alla quota di minerali e vitamine. Alcuni devono essere ridotti altri aggiunti per raggiungere una composizione simile al latte materno. In generale però il latte artificiale tende ad avere un contenuto di minerali sempre maggiore rispetto al latte materno perché è difficile valutare l’effettiva capacità di assorbimento da parte dell’organismo del bambino (il ferro contenuto nel LA per esempio è molto superiore a quello presente nel LM). Inoltre, se vengono utilizzate acque ricche di minerali per ricostituire il latte la quota totale di minerali sale ulteriormente.

Altri aspetti importanti da considerare:

  • la provenienza del latte e delle materie prime aggiunte (l’approvvigionamento delle materie prime usate per il latte formulato avviene su mercati internazionali ed è spesso difficile risalire all’origine);
  • raramente si usano prodotti biologici e quindi è difficile valutare la presenza di inquinanti, ormoni, antibiotici e altre sostanze usate nella produzione delle materie prime;
  • contaminazione da sostanze estranee che accidentalmente vengono a trovarsi nel latte;
  • errori nella formulazione e tentativi di frode da parte delle aziende produttrici (eventi fortunatamente rari ma verificatesi pochi anni fa e costati la vita e la salute a molti bambini);
  • errori nella preparazione che possono portare ad ottenere un prodotto troppo concentrato o troppo diluito;
  • sapore standard: a differenza del latte materno che cambia sapore in base a cosa mangia la mamma abituando il bambino a sapori diversi il latte artificiale ha sempre lo stesso sapore;
  • contaminazioni e rischio di infezioni a causa del mancato rispetto delle pratiche igieniche per la sterilizzazione dei biberon;
  • tipologia di biberon utilizzati: quelli in plastica rilasciano sostanze come ftalati e bisfenolo  oggi inseriti nella lunga lista degli interferenti endocrini (sostanze che simulano l’effetto degli estrogeni comportando effetti come sviluppo precoce nelle bambine e riduzione del testosterone e della fertilità nei maschietti), per questo consiglio l’uso di biberon in vetro.

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Quale latte formulato?

Gli ingredienti del latte artificiale vengono stabiliti dalla commissione del Codex Alimentarius, le cui prescrizioni vengono indicate nelle direttive europee e poi nelle normative dei vari paesi. Pertanto ciò che è necessario per il corretto sviluppo e la crescita del bambino e dimostrato scientificamente è per legge presente in tutti i latti in vendita sul mercato. Per questo non si può dire che un latte sia migliore di un altro, sono per lo più tutti equivalenti.

Alcune aziende però aggiungono altre sostanze funzionali in quantità significativa e su documentata utilità come appunto GOS, FOS, LCPUFA facendo lievitare il prezzo del prodotto (che viene a costare anche 2-3 volte tanto). Questo sulla base del fatto che queste sostanze sono presenti nel latte materno. E’ però ancora da chiarire se effettivamente queste sostanze siano utili ed efficaci. Al momento non esiste nessuna dimostrazione scientifica che una marca di latte sia migliore di un’altra, altrimenti, se fosse provato che certe sostanze sono realmente fondamentali, i governi ne avrebbero resa obbligatoria la presenza in tutte le formule e non avrebbero certo lasciato alle aziende la libertà di decidere se inserirle o meno.

I latti di proseguimento sono necessari?

In assenza di latte materno è fondamentale usare latte formulato fino all’anno di età. Non si può quindi passare al latte vaccino o di soia o di riso o similari dal 6° mese, mi raccomando! Questo comporterebbe serie carenze nutrizionali.

Dal 6° mese spesso viene proposto il latte 2 di proseguimento che non ha sostanziali differenze rispetto al latte 1, resta più una trovata commerciale che tra l’altro ha creato non pochi problemi e confusione tra le mamme che allattavano inducendole a lasciare il loro latte per iniziare con quello artificiale. Se la mamma allatta bene continuare con il suo latte [5], se invece non allatta può comunque mantenere il latte 1 (che è quello più simile al latte materno in composizione).

Dall’anno in poi invece il latte formulato non è più necessario in quanto è l’alimentazione del bambino a rendere disponibili tutti i nutrienti di cui ha bisogno [5]. Se la mamma allatta è bene proseguire con il suo latte, se invece non allatta più può abbandonare il latte formulato. Il latte crescita o di proseguimento è una pura invenzione delle aziende, una vera trovata di marketing! Il nome stesso è fuorviante perché per la crescita del bambino dopo l’anno non è assolutamente necessario un latte formulato!!! Non è necessario neanche il latte vaccino che oggi sappiamo essere causa di allergie, problemi respiratori, anemia (il latte riduce infatti l’assorbimento del ferro e può favorire la comparsa di micro-emorragie intestinali soprattutto nei più piccolini), obesità (per l’eccesso di proteine e fattori di crescita). Dopo l’anno il bambino è svezzato e con una alimentazione equilibrata può tranquillamente assumere tutti i nutrienti di cui a bisogno dagli alimenti (compreso il calcio) anche senza l’uso di latte vaccino o artificiale che sia! La cosa importante è che la sua alimentazione sia ben bilanciata!

Attenzione alle pubblicità che in questo senso sono davvero terribili e forniscono una raffica di informazioni scorrette e fuorvianti!

 

Considerazioni pratiche

Va poi detto che il latte materno ha notevoli vantaggi pratici per la mamma e la famiglia in generale:

  • è sempre pronto all’uso
  • è veramente economico (praticamente gratis)!
  • è sempre alla giusta temperatura
  • il bambino si autoregola da solo e di conseguenza la quantità e la qualità di latte prodotto dipendono dalle esigenze del bimbo
  • la mamma può allattare ovunque (in macchina, a tavola, al supermercato, in giro…basta un posto per sedersi e qualche minuto di pazienza!)
  • non serve la corrente elettrica né un bar dove fermarsi a scaldare biberon se siamo in giro;
  • si può uscire di casa belle leggere senza dover portare dietro biberon, acqua, scaldabiberon ecc… (che già di cose da portar dietro ce ne sono abbastanza!!)
  • il bambino lo gradisce molto e la mamma è solitamente felice e appagata: il momento della poppata diventa non solo il momento del pasto ma l’occasione per uno scambio di amore e conforto.

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La mia esperienza e le mie conclusioni

L’interesse per questa tematica è nato quando ho iniziato ad avere difficoltà con l’allattamento della mia prima bimba, Bianca, difficoltà onestamente per nulla preventivate (dolore dei punti, difficoltà di attacco e capezzolo piatto, tristezza generale e stanchezza, inesperienza) che ci hanno portato fin dall’inizio a seguire un allattamento misto (già in ospedale) che è poi finito col graduale passaggio al solo biberon dal 4° mese, con mio grandissimo rammarico e nonostante ore e ore passate attaccata al tiralatte.

La maggior parte dei pediatri non si dilunga troppo nell’aiutare le mamme in difficoltà con l’allattamento (o nell’indirizzarle verso esperti) e senza troppi problemi iniziano a consigliare il latte formulato perché il bimbo deve crescere! E ci mancherebbe altro, però viste le qualità importanti del latte materno e visto che nella maggior parte dei casi le difficoltà incontrate dalle neo-mamme sono risolvibili perché non fare davvero il loro bene e quello del bambino cercando il più possibile di aiutarle ad allattare invece di prescrivere subito il latte formulato??? Ad oggi rimango convinta che io, con qualche informazione in più e con il giusto supporto, avrei tranquillamente superato le difficoltà incontrate e avrei potuto allattare serenamente finché volevo. Questo sarebbe stato il primo e uno dei più importanti regali per mia figlia!

Con Gaia, la nuova arrivata, tutto è stato molto più semplice. Io ero bella preparata, mi ero letta un po’ di libri e articoli, avevo contattato qualche ostetrica ed ero sicuramente più preparata a quello a cui andavo incontro! Bimba attaccata subito appena nata e allattamento a richiesta, roaming-in e ancora oggi alto contatto. Allattamento al seno senza problemi e chiaramente senza orari (sempre l’OMS raccomanda l’allattamento a richiesta!). Mamma felice e bimba in crescita!

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Ho scritto questo articolo perché ci tenevo a sottolineare quanto sia importante il latte materno visto che in questa società in cui siamo sempre di corsa, con la fretta di dover fare, lavorare, produrre siamo sempre più portati a prendere per buono quello che l’industria ci offre dimenticandoci che madre natura ha già programmato tutto alla perfezione e che quella perfezione non è riproducibile!

Quello che ho imparato dalla mia esperienza personale è che i primi istanti, le primissime ore e i primi giorni sono, seppur faticosi, fondamentali per iniziare bene l’allattamento e proseguirlo al meglio. Uno dei concetti fondamentali dell’allattamento è infatti quello di “partire bene”. Gli studi dimostrano che attaccare il bambino subito dopo la nascita favorisce l’allattamento.

Consiglio a tutte le mamme che incontrano qualche problema con l’allattamento di farsi aiutare da personale qualificato prendendo contatti con ostetriche, centri per l’allattamento e associazioni come la Leche League prima di mollare!

Ogni mamma deve poi fare quel che si sente di fare, l’importante è che prima di decidere se allattare o meno venga informata correttamente e scientificamente!

 

 

Bibliografia

  1. Acceptable medical reasons for use of breast-milk-substitutes 2009 WHO/NMH/NHD/09.01 at the web site http://apps.who.int/iris/bitstream/10665/69938/1/WHO_FCH_CAH_09.01_eng.pdf
  2. Technical updates of the guidelines on Integrated Management of Childhood Illness (IMCI). Evidence and recommendations for further adaptations. Geneva, World Health Organization, 2005
  3. Evidence on the long-term effects of breastfeeding: systematic reviews and meta-analyses. Geneva, World Health Organization, 2007.
  4. M. F. Rolland-Cachera et al., Influence of macronutrients on adiposity development: a follow up study of nutrition and growth from 10 months to 8 years of age, “International Journal of Obesity and Related Metabolic Disorders”, 1995, 19(8):573-8.
  5. “Informazioni riguardanti l’uso e la commercializzazione del latte formulato di proseguimento” OMS, al sito http://www.who.int/nutrition/topics/WHO_brief_fufandcode_post_17July.pdf